26/09/09

White Sands-Il Grido delle Onde

VIII. Il sogno

Quell'incidente con l'onda mi ha lasciato spossato per tutto il pomeriggio, il Surf è finito, almeno per oggi. Sono rimasto con Sandy, passeggiando lungo la spiaggia, e chiacchierando come facciamo sempre, da molti giorni, ormai. Mi ha raccontato alcune delle leggende marine di questo posto -le leggende marine sono diverse, a seconda della spiaggia dove nascono, e del mare che le alimenta: fredde e burrascose quelle dell'Atlantico meridionale, placide e musicali quelle degli atolli nel Pacifico, pittoresche e divertenti quelle delle coste dell'Europa.

Le leggende della spiaggia bianca parlano di gabbiani e delfini, principalmente, storie che danno un senso di comunione con gli elementi che, in quest'angolo di mondo, paiono concorrere per formare una sorta di universo parallelo, praticamente senza ombre, dove troverò, prima o poi, l'Onda Perfetta. Un universo del quale, naturalmente, Sandy fa parte, ne è, anzi, una delle principali protagoniste.

Sono andato a dormire presto, i postumi della caduta in mare, e il principio di annegamento, cominciavano ad esigere la propria parcella, verso il tramonto. Entrato nella tenda, in capo a pochi minuti, già ero immerso in un sonno profondo. Ho fatto un sogno, del quale ricordo solo alcuni particolari, ma così vividi da rimanere impressi nel tessuto del mio essere.

Stavo cavalcando un'onda molto alta e veloce, e filavo sicuro lungo la superficie, seguendone la piega, in equilibrio stabile sulla tavola. Un gabbiano mi volava sopra, lanciando richiami ai compagni, che se ne rimanevano a fissarmi dalla scogliera a ovest, quella oltre la quale era comparsa Sandy, la prima notte.

-Hai mai volato dentro l'Oceano?- ha detto improvvisamente il gabbiano, con una voce divertita che sembrava quella di un cartone animato. La logica del sogno ha fatto si che non mi chiedessi come facesse un gabbiano a parlare con la voce di Paperino, e ho risposto:

-No, solo in superficie.

-Vieni!- mi ha invitato lui, tuffandosi dentro l'onda.

L'ho seguito, con la mia tavola, iniziando a sfrecciare fra le correnti sottomarine, seguendone una molto forte, e calda. Il gabbiano si era trasformato in un delfino, che mi sorrideva, mentre nuotava a tutta velocità davanti a me, andando sempre più verso il fondo dell'Oceano. Potevo sentire i richiami che lanciava, o forse era una canzone, della quale capivo alcune parole.

Arrivati sul fondale, che era bianco, come la spiaggia, il delfino ha iniziato a ballettare, intorno a una formazione di corallo, color rosso acceso. Pareva volesse indicarmi qualcosa, in mezzo alle minuscole ramificazioni che si ergevano dal fondale per un metro, un metro e mezzo. Mi sono fatto più vicino, e l'ho vista.

Era una conchiglia, a forma di stella, come quella che avevo trovato, e poi perso. Ma non era la stessa. Più piccola, anche se la forma e i colori ricordavano l'altra, e pure i riflessi che il Sole, da sopra la superficie del mare, ne traeva, scendendo in parallasse fino a quelle profondità. Riflessi di onde che si muovevano, striature verdi e madreperlacee che si incrociavano, si abbracciavo, si compenetravano.

Ho preso la conchiglia, tenendola fra le mani per un po', e sentendo una vibrazione passare dalla sua materia cornea all'interno del mio sistema circolatorio. Ho fatto per portarla all'orecchio e... mi sono svegliato.

E' mattina. La luce del Sole penetra attraverso la tenda, calda e rinvigorente. Mi stiracchio, sentendo che i muscoli, i tendini e le articolazioni rispondono perfettamente, dopo la notte di riposo. Posso tornare a cavalcare le onde, oggi. Poggio le mani sul fondo della tenda, e sfioro qualcosa con le dita della destra. E' la conchiglia. Non la mia, quella trovata e poi smarrita, il che non mi sorprenderebbe -può essere finita qui mentre rimettevo a posto il mio equipaggiamento, dando così una risposta alla sua misteriosa scomparsa.

E' la conchiglia del sogno.

Deve esserci una spiegazione razionale del perché la conchiglia che ho sognato si trovi qui, reale, accanto a me nella tenda, stamattina al mio risveglio. L'incidente con l'onda mi ha lasciato in uno stato semiconfusionale per gran parte della giornata di ieri, e posso aver raccolto senza pensarci quella conchiglia dalla spiaggia, averla portata nelle tenda, ed essermene poi completamente dimenticato. La conchiglia è poi 'rientrata' nel mio sogno per un meccanismo inconscio. Questa è una spiegazione plausibile.

Le mie riflessioni -ancora confuse dopo la disavventura di ieri- vengono improvvisamente interrotte dalla sagoma di Sandy che si staglia in controluce sulla tenda. Subito dopo la sua voce cristallina mi porge il buongiorno.

cap 8 samy

2 commenti:

  1. mi piace fes quando la realtà, di fonde con la fantasia..no, diciamo magia..è importante ke nel ns quotidano ci sia semp un pò di magia..e forse, questo però, dipende da noi..e in questa storia romantica..dove la realtà dei 2 giovani, incontra la magia dell'amore..mi è impossibile dimenticare il famoso Melville..il quale, si trasforma in un tenero dauphin e viceversa:))) come ricordo perfettamente, la conkiglia a forma d stella... importantissima x Sandy:)..ma siamo solo all'inizio del racconto..altre gradite sorprese, sopraggiungeranno ad allietare l'animo!! :-))) ciaooooooooooooooo my doci

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  2. azzzzzzzzzzzarolaaaaaaaaaa manca un pezzoooooo e la connessione kaput..tt le volte ke esce la corrente, mi manca la connession:(( finisco la frase (almeno lo spero)...."in questa storia romantica..dove la realtà dei 2 giovani, incontra la magia dell'amore..essi,si godono con semplicità e armonia, le piccole cose della vita...vabbuò:( forse lè mei ke no fora!!! ariciaooooooooooooo smack smack

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