20/06/10

Magic Waters IV

Magic Waters 4 Robi

Fuochi soffusi

- Accidenti! E ora?

- E' andata via la luce... dev'essere stato quel fulmine – commentò Kim, guardando verso la finestra – anche la strada non è illuminata, i lampioncini nel cortile sono tutti spenti... probabilmente c'è un danno alla linea elettrica di tutta la zona, forse un sovraccarico.

- Speriamo che il black-out non duri tanto... - disse Max, fissando anche lui il rettangolo scuro della finestra. Le fiamme guizzanti nel camino pennellavano di riflessi ambrati il viso del giovane.

Kim lo ammirava quasi ipnotizzata dalla suggestione di quell'atmosfera particolare - Meno male che il fuoco non è soggetto a interruzioni di corrente – disse infine sorridendo, e volgendo lo sguardo verso il camino – altrimenti non riusciremmo nemmeno a vederci...

- E sarebbe proprio un peccato – aggiunse l'archeologo, scrutando ancora una volta la figura slanciata ed elegante della sua interlocutrice.

Kim glissò su quel commento, facendo finta di non averlo sentito. Si tirò indietro col busto, appoggiando le mani sul tappeto dove si erano comodamente sistemati dopo l'uscita di Don Melville. La luce calda danzava sul suo corpo, mettendone in risalto le forme, sotto lo sguardo ammirato e indagatore di Max.

- Sembrerà un luogo comune in questi casi, ma... io sono sicuro di averti già vista da qualche parte.

Kim lo fissò sorpresa – Stavo pensando anch'io la stessa cosa! Sarà questa luce soffusa, ma il tuo volto non mi è nuovo. Sei mai stato a San Francisco?

- No, mai – rispose il giovane archeologo, armeggiando con l'attizzatoio sui ciocchi scoppiettanti per ravvivare il fuoco – in California sono stato solo a Los Angeles, e fra l'altro proprio recentemente, per una tappa di riposo dopo aver compiuto ricerche in Arizona, e prima di scendere quaggiù in Messico... sono rimasto per tutto l'ultimo week-end, c'era un locale a Glendale dove si mangiava benissimo!

- L'Ocean Pie! - esclamò Kim strabuzzando gli occhi – Ecco dove ti ho visto! Eri quel tipo che occupava sempre il tavolo d'angolo vicino al juke-box, con un librone davanti e lo sguardo concentrato...

Max spalancò a sua volta gli occhi, mentre un sorriso divertito gli illuminava il volto – E tu eri quella ragazza che stava sempre al bancone a parlare coi proprietari. Impossibile non notarti.

La vivace luce del camino nascose il rossore che colorò le guance di Kim a quel complimento – Impossibile non notarmi? Mica avevo un mantello rosso come Supergirl e i sonaglini alle caviglie! - esclamò con un risolino imbarazzato – Il proprietario dell'Ocean Pie è il marito di mia cugina, e mi sono fermata una settimana presso di loro scendendo da Frisco - aggiunse subito dopo, anche per cambiare discorso.

- Il tuo è un viaggio di piacere? Oppure sei venuta in Messico per lavoro? Stasera hai accennato a qualcosa che ha a che fare con la salvaguardia dell'oceano e le specie marine, giusto?

- Sono in vacanza – rispose Kim – ma comunque si, lavoro per un'organizzazione che si occupa proprio di quelle cose... la Star-Shaped Seashell...

- La conosco! - la interruppe l'archeologo – Anzi, ho anche collaborato con voi in un paio di occasioni... più che io, il mio Dipartimento, per essere precisi. Il capo è sempre Gracelyn Greene?

Kim sorrise – Si. E proprio lei mi ha praticamente costretta a prendermi un mese di vacanza, dopo che abbiamo risolto un caso particolarmente impegnativo al largo delle coste australiane.

- Interessante... deve essere un lavoro molto difficile, ma che dà soddisfazioni...

- Non sai quanto... entrambe le cose – rispose lei, allungando le braccia sopra la testa e stiracchiandosi, mentre sbadigliava. Quel movimento sollevò il seno, premendolo contro la stoffa leggera del vestito, e mettendone in risalto la forma perfetta, che non sfuggì all'attenzione del maschio dimorante dentro l'archeologo.

- Sei stanca? Andiamo a letto? - le chiese.

- In effetti, si, è stata una giornata pesante, una bella dormita è quello che ci vuole – rispose Kim, con un altro sbadiglio – per quanto piacevole sarebbe rimanere a conversare con te – aggiunse con un timido sorriso.

Max si alzò in piedi, porgendole la mano – Prego, Milady.

- Grazie Milord – disse lei, ridendo e prendendo quella mano – vedo che le care buone maniere del vecchio Continente non sono state rimosse da anni di convivenza con noi selvaggi del Nuovo Mondo!

- Buon sangue non mente! - rispose lui, accompagnandola mano nella mano fuori dalla sala, e dirigendosi verso lo scalone che portava alle camere.

Nessun commento:

Posta un commento

 

California Living di Robi e Sami California e tutti i contenuti sono di proprietà degli Autori. Ogni riproduzione non autorizzata sarà perseguita ai sensi della Legge 633, 22/4/41 e successive modifiche.